giovedì 11 marzo 2021

Federer - Evans, 10 marzo 2021 - Doha

 La partita è stata bella e intensa e sapevo che Federer avrebbe giocato bene. Credo che si sia preparato alla perfezione, senza trascurare nessun aspetto del suo gioco. La percentuale delle prime palle di servizio è stata altissima, la prova più evidente della sua concentrazione. Nei momenti più importanti del match è stato straordinario, ha giocato in maniera istintiva, attingendo a quel bagaglio da fuoriclasse, a quella risorsa infinita che è tipica dei campioni. Perché certi colpi non si insegnano, fanno parte del DNA, sono espressione concreta di un modo di sentire le cose che è meravigliosamente unico. Come alcuni scrittori del passato che hanno riempito le pagine della letteratura, scrivendo frasi che rimarranno per sempre nella nostra storia, perfette per indicarci la strada giusta da percorrere, dei piccoli tesori da custodire e dai quali attingere nei momenti di difficoltà, così Roger ha aggiunto un piccolo capitolo al suo diario, al nostro racconto. Chi gioca o ha giocato a tennis conosce benissimo le sensazioni che si hanno, rientrando nel circuito dopo tanto tempo. Un anno è davvero un bel fardello non tennistico da elaborare. Si, tutto ti riesce bene, quasi come prima, ma in alcuni momenti si avverte la sensazione di dover ricominciare da capo:
qualche errore di troppo, la senibilità nel colpire da alcune zone del campo che viene contaminata da dubbi e ripensamenti, passi troppo veloci o troppo lenti, distanze che sembrano cambiare sorprendentemente e l'impatto con la palla che non sembra più lo stesso.
Tutto superato, non senza sacrifici, non senza la pressione di voler fare bene fin da subito.
Una delle cose che fa davvero la differenza è poprio la preparazione, accurata e profonda, affrontata con dedizione e sacrificio. Il vero talento comprende anche questo aspetto, spesso trascurato, la capacità di lavorare sui dettagli, di mettersi sempre in discussione, fino agli ultimi aggiustamenti prima della competizione. Federer ha sorriso dopo alcuni errori commessi, perché già conosceva il finale di questa nuova storia, ci ha consegnato una bozza, quasi perfetta, così, scritta a mano; poterne apprendere piccole cancellature e incertezze rende tutto ancora più affascinante, come un antico manoscritto che ritorna alla luce.

Crsitiano Bartolomei

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